Vento e corrente in poppa
Saint Brendan è arrivata a Genova


Per chi legge e ha letto gli altri post, é doveroso dare un fil rouge alla storia del nostro progetto. Dopo l'inferno di Arzal, dove però abbiamo incontrato Sébatien (il rigger), un uomo di altri tempi, un amico, un genio. Ma di lui parleremo più avanti. Come detto ci eravamo lasciati con Saint Brendan che sarebbe stata caricata su un camion e avrebbe raggiunto il sud della Francia, dove in seguito avrebbe preso il mare per destinazione Genova. Ebbene dopo due mesi di negatività, Dona ed io eravamo sul chi vive e pronti alla delusione nascosta dietro l'angolo. Ad inizio maggio sono partito per lavoro in Grecia, con tutte le faccende riguardanti il trasferimento e la preparazione della barca già organizzate e in attesa di venir messe in moto. Erano tanti gli astri che si sarebbero dovuti allineare...Il carico e trasporto della barca per 1000 km, noi che saremmo dovuti arrivare tra mille peripezie a Port Saint Louis du Rhône, il rigger Seb che sarebbe dovuto arrivare da Arzal, i macchinari per il rialbero e la messa in acqua, la meteo per poter partire a Genova, la barca che avrebbe dovuto navigare per 220 miglia e portarci sani e salvi a Genova. Reduci appunto da un periodo fortemente negativo, dove tutto sembrava andare per il verso sbagliato, non credevamo che tutte queste cose sarebbero filate lisce! E invece magia...tutto perfetto, ma andiamo con ordine...Ore 0600, Quartino, Luca Dona ed io partiamo per Genova, dove avremmo lasciato le nostre due auto alla Marina di Genova, dove dopo 10 giorni, saremmo arrivati con la Saint Brendan. Arriviamo dunque, parcheggiamo ed andiamo a ritirare un auto a noleggio che ci avrebbe portati fino all'aeroporto di Marsiglia. Da lì un bus navetta ci avrebbe portato poi a Port Navy Service dove in teroria ci avrebbe aspettato la nostra Saint Brendan. Arriviamo a Genova in orario perfetto e per fortuna, poiché dopo una mezz'oretta la marina di Genova si sarebbe riempita di auto e gente a causa di un evento mondano. Il tutto, fino all'aeroporto di Marsiglia, si é svolto secondo i piani. Una volta arrivati lì ci è venuta a prendere una simpatica signora con il suo shuttle bus e ci ha portato a Port Saint Louis, illustrandoci le varie peculiarità del territorio che stavamo attraversando. Dopo circa un oretta, siamo arrivati alla capitaneria di Port Navy, appena in tempo per raccogliere le informazioni necessarie prima della chiusura per il finesettimana della Capitaneria. Ammetto che ero leggermente in ansia...Port Navy é distante circa 4 km a piedi dalla prima forma di vita e non ha collegamenti ne di taxi e neppure pubblici e qualora la barca non fosse arrivata (non avevo ricevuto alcun feedback dal trasportatore), saremmo stati letteralmente nella m....Invece...eccola lì appoggiata su un invaso, senza alberi, ma scalpitante a ritornare in acqua. Già ma gli alberi? Al nostro arrivo non vedendoli nelle adiacenze della barca, cominciavo a preoccuparmi. Mi sono recato dunque alla Capitaneria, che era in procinto di chiudere, chiedendo dove fossero i due alberi, anche perché sarebbero stati i primi sui quali dovevo lavorarci il giorno dopo. La gentile signora al desk, mi diceva che erano stati depositati nelle adiacente della rampa di alaggio. Nonostante Port Navy sia isolato dal resto della civiltà, al suo interno c'é un buon ristorante, un negozio di forniture nautiche, una lavanderia e tutto ciò che occorre per viverci per una settimana. Siamo andati allora a mangiare qualcosa per poi preparare la barca per la notte, ma prima mi sono recato nelle adiacenze della rampa di alaggio alla ricerca dei due alberi perduti...Non li ho trovati e pertanto mi sarebbe aspettata una notte dal sonno leggero. Il mattino dopo, la prima cosa che ho svolto, é stata la ricerca degli alberi e dopo averli trovati la vita ha cominciato a sorridere. Avevamo tre giorni prima che fosse arrivato Seb il rigger da Arzal per il rialbero, tre giorni di instancabile lavoro. Tutto doveva essere pronto per l'appuntamento con la gru. Il giorno in cui sarebbe dovuto arrivare il mitico rigger, non vedendolo arrivare, decidevo di scrivergli se fosse andato tutto bene con il suo viaggio da Arzal. Seb mi rispondeva di avere un ritardo a causa del maltempo sulla Corsica, dove aveva effettuato lo scalo. Ci siamo dunque dati appuntamento per le 0900 del giorno successivo. Il mattino dopo gli stringevo la mano dando un volto alla voce sin lì sentita solamente per telefono. Dopo due giorni di duro lavoro e dopo il rialberamento di Saint Brendan, con le serate passate assieme a fare festa, quella voce é diventata una nuova amicizia, che abbiamo salutato con un abbraccio e quasi le lacrime agli occhi. Grazie Seb!!. Una volta congedatoci dal nostro nuovo amico, restava la parte della rimessa in acqua con le varie incognite al seguito. Ma invece...il varo é avvenuto puntualmente, la barca non ha presentato nessuna lacuna e grazie ad una finestra meteo favorevole, siamo partiti prendendo il largo. Una fantastica navigazione dove abbiamo stressato la Saint Brendan, senza allontanarci troppo dalla costa, proprio per far emergere evenutuali difetti dalla barca dormiente ormai da un paio di anni. Abbiamo fatto due tappe alle isole Porquerole la prima notte e le isole Lerins per la seconda. Davanti a Imperia per circa quattro ore abbiamo trovato mare agitato dove grazie alle onde e al vento abbiamo potuto testare bene la barca. Finalmente giungiamo a Genova e a parte un piccolo spavento (infondato) a circa 5 miglia dall'arrivo, la Saint Brendan entrava nel canale della Marina Genova Aeroporto alle ore 1900 per poi prendere il suo ormeggio definitivo poco dopo. Dopo una manovra di ormeggio perfetta siamo scesi dalla barca per un buono Spritz godendoci il mal di terra. Insomma questa esperienza é stata un sogno, che anche se non é stato gratis, posso chiudere gli occhi e riviverlo, questa volta senza dover remunerare nulla, perché con Saint Brendan continuiamo a sognare e speriamo a far sognare chi ci legge, e chissà forse un giorno potremmo essere da ispirazione per qualcuno. Alla Prossima...



